Asturias - Isaac Albeniz
domenica 30 marzo 2014
venerdì 28 marzo 2014
On the precipice/ Sul precipizio
On the precipice
On the precipice over the abyss -
soil has voice of multiple sirens.
Control Ulysses' rope!
Sul precipizio
Sul precipizio sopra l'abisso -
il suolo ha voce di sirene multiple.
Controlla le corde che legano Ulisse.
Giuseppe Circiello
On the precipice over the abyss -
soil has voice of multiple sirens.
Control Ulysses' rope!
Sul precipizio
Sul precipizio sopra l'abisso -
il suolo ha voce di sirene multiple.
Controlla le corde che legano Ulisse.
Giuseppe Circiello
lunedì 17 marzo 2014
domenica 16 marzo 2014
Zombies on the promenade
Flowers on the abyss -
a sore which hisses.
Is it wind? Or fallen's screams?
Maybe I'll go near the rim.
Updrafts to sustain life's drafts.
We interrogate ourselves about what stayed, what left.
And I think it's gross
the amount of our loss.
Granitic is few steps from capsizing,
spiraling down and analyzing.
But body's constrained here -
its ties will not disappear.
Zombies on the promenade:
we are living on the facade.
Giuseppe Circiello
sabato 15 marzo 2014
The Fall of Glorieta Mountain - Esben and the Witch
The Fall of Glorieta Mountain - Esben and the Witch
giovedì 13 marzo 2014
sabato 8 marzo 2014
Un bel dì vedremo
UN BEL DI' VEDREMO, da MADAMA BUTTERFLY (di G. PUCCINI)
canta: RENATA TEBALDI
Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo sull'estremo
confin del mare.
E poi la nave appare
E poi la nave è bianca.
Entra nel porto, romba il suo saluto.
Vedi? È venuto!
Io non gli scendo incontro, io no. Mi metto
là sul ciglio del colle e aspetto, aspetto
gran tempo e non mi pesa
la lunga attesa.
E... uscito dalla folla cittadina
un uomo, un picciol punto
s'avvia per la collina.
Chi sarà? Chi sarà?
E come sarà giunto
che dirà? che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana.
Io senza dar risposta
me ne starò nascosta
un po' per celia, un po' per non morire
al primo incontro, ed egli alquanto in pena
chiamerà, chiamerà:
«Piccina – mogliettina
olezzo di verbena»
i nomi che mi dava al suo venire.
(a Suzuki)
Tutto questo avverrà, te lo prometto.
Tienti la tua paura. – Io con sicura
fede lo aspetto.
venerdì 7 marzo 2014
La Campana di Vetro, Sylvia Plath
La Campana di Vetro, Sylvia Plath
La Campana di Vetro che ci opprime, costituita da tutte le convenzioni sociali che tentano sin dalla nascita di indirizzare la vita e la personalità degli individui in schemi predefiniti.
Devi essere quello, ci si aspetta che tu faccia così, sia così etc etc...
E' un po' il problema delle complesse società moderne: la moltiplicazione di ruoli ed aspettative. Qualcuno può sentirsi come schiacciato da tutto questo ed entrare in depressione o assumere atteggiamenti devianti (devianti da che? "Devianza" è, ad esempio, un termine che non mi piace...Da quale normalità si devìa? Personalmente sono portato a credere che sia "retta" e "normale" qualunque cosa un essere umano senta di dover intraprendere e fare, nel rispetto della vita e del benessere degli altri).
In questo romanzo fortemente autobiografico, Sylvia Plath, poetessa americana, morta suicida alla giovane età di 31 anni, racconta la difficile ricerca di felicità (e di identità) di Esther, il suo alter ego.
Da studente brillante ad ospite di una clinica psichiatrica, alla ricerca di un modo per tornare a respirare un'aria pura, al di fuori della terribile campana di vetro che la opprime.
Sylvia Plath morì un mese dopo la pubblicazione di questo romanzo (il suo unico).
Probabilmente rappresenta anche un inascoltato grido d'aiuto.
(L'arte nasce dal dolore... il resto sono solo imitazioni)
Bel libro.
La Campana di Vetro che ci opprime, costituita da tutte le convenzioni sociali che tentano sin dalla nascita di indirizzare la vita e la personalità degli individui in schemi predefiniti.
Devi essere quello, ci si aspetta che tu faccia così, sia così etc etc...
E' un po' il problema delle complesse società moderne: la moltiplicazione di ruoli ed aspettative. Qualcuno può sentirsi come schiacciato da tutto questo ed entrare in depressione o assumere atteggiamenti devianti (devianti da che? "Devianza" è, ad esempio, un termine che non mi piace...Da quale normalità si devìa? Personalmente sono portato a credere che sia "retta" e "normale" qualunque cosa un essere umano senta di dover intraprendere e fare, nel rispetto della vita e del benessere degli altri).
In questo romanzo fortemente autobiografico, Sylvia Plath, poetessa americana, morta suicida alla giovane età di 31 anni, racconta la difficile ricerca di felicità (e di identità) di Esther, il suo alter ego.
Da studente brillante ad ospite di una clinica psichiatrica, alla ricerca di un modo per tornare a respirare un'aria pura, al di fuori della terribile campana di vetro che la opprime.
Sylvia Plath morì un mese dopo la pubblicazione di questo romanzo (il suo unico).
Probabilmente rappresenta anche un inascoltato grido d'aiuto.
(L'arte nasce dal dolore... il resto sono solo imitazioni)
Bel libro.
Faust - J.W. Goethe
Den lieb ich, der Unmögliches begehrt!
Chiunque desidera l'impossibile, io l'amo!
Faust, lo scienziato che vende l'anima al diavolo per saziare la propria sete di conoscenza e potere, è il noto protagonista di un racconto popolare tedesco. Molti autori del passato hanno attinto a questo mito, scrivendo svariate opere. Le più importanti sono sicuramente quella di Marlowe e quella di Goethe.
Quest'ultimo ha dedicato tutta la sua vita alla composizione di quest'opera poetica e teatrale.
E' di sicuro un testo notevole, che mostra la perizia scrittoria e la vasta conoscenza dell'autore, relativamente a temi filosofici ed epici classici e anglosassoni. Le chiavi di lettura di un'opera come questa sono molteplici e giustamente ci si sente anche un po' piccoli di fronte a cotanta mole di riferimenti.
Questo mi porta a chiedermi opere simili per chi siano scritte. Per il lettore? Non credo. Forse nessuna opera è scritta per i lettori. L'autore scrive sempre per se stesso... e poi dopo spera d'esser letto. Opere come questa lo rendono assolutamente palese.
Faust è difficile se lo si vuole apprezzare in toto.
Piacevole se ci si accontenta di rimanere a livelli di lettura più superficiali. Come diceva una mia insegnante... la differenza tra le opere di un tempo e quelle di oggi era appunto una differenza di "tempo"... Due secoli fa sia il lettore che lo scrittore potevano dedicarsi ai piaceri della letteratura, approfondendo ogni cosa, poiché avevano sicuramente più tempo per il "leisure". Oggi è difficile rendere giustizia al Faust di Goethe.
L'imponenza dell'opera rimane comunque evidente... meno di quattro stelle non potrei mai metterne... anche perché letta in tedesco guadagnerebbe ancor più (almeno stando a quel po' che ho letto, occasionalmente, di testo a fronte).
Ma detto questo... io devo ammettere che con Goethe ho un problema. E' il suo secondo libro che leggo (il primo fu "Le Affinità Elettive")... ebbene, trovo che abbia idee grandiose, ma non apprezzo mai i modi che sceglie per svilupparle.
Ne "Le Affinità Elettive" c'era troppo poco. Qui c'è troppo (ed anche il superfluo).
E' piacevole da leggere e la sua grandezza si nota, per cui lo dico con molto rispetto... ma, parlando di monumenti nazionali, tra Dante, Shakespear e Goethe (Italia, UK, Germania)... preferisco i primi 2... per quanto riguarda i miei gusti e il mio sentire, c'è l'abisso.
(Nel frattempo, non mi rimane che sperare nel Werther...)
4/5
Chiunque desidera l'impossibile, io l'amo!
Faust, lo scienziato che vende l'anima al diavolo per saziare la propria sete di conoscenza e potere, è il noto protagonista di un racconto popolare tedesco. Molti autori del passato hanno attinto a questo mito, scrivendo svariate opere. Le più importanti sono sicuramente quella di Marlowe e quella di Goethe.
Quest'ultimo ha dedicato tutta la sua vita alla composizione di quest'opera poetica e teatrale.
E' di sicuro un testo notevole, che mostra la perizia scrittoria e la vasta conoscenza dell'autore, relativamente a temi filosofici ed epici classici e anglosassoni. Le chiavi di lettura di un'opera come questa sono molteplici e giustamente ci si sente anche un po' piccoli di fronte a cotanta mole di riferimenti.
Questo mi porta a chiedermi opere simili per chi siano scritte. Per il lettore? Non credo. Forse nessuna opera è scritta per i lettori. L'autore scrive sempre per se stesso... e poi dopo spera d'esser letto. Opere come questa lo rendono assolutamente palese.
Faust è difficile se lo si vuole apprezzare in toto.
Piacevole se ci si accontenta di rimanere a livelli di lettura più superficiali. Come diceva una mia insegnante... la differenza tra le opere di un tempo e quelle di oggi era appunto una differenza di "tempo"... Due secoli fa sia il lettore che lo scrittore potevano dedicarsi ai piaceri della letteratura, approfondendo ogni cosa, poiché avevano sicuramente più tempo per il "leisure". Oggi è difficile rendere giustizia al Faust di Goethe.
L'imponenza dell'opera rimane comunque evidente... meno di quattro stelle non potrei mai metterne... anche perché letta in tedesco guadagnerebbe ancor più (almeno stando a quel po' che ho letto, occasionalmente, di testo a fronte).
Ma detto questo... io devo ammettere che con Goethe ho un problema. E' il suo secondo libro che leggo (il primo fu "Le Affinità Elettive")... ebbene, trovo che abbia idee grandiose, ma non apprezzo mai i modi che sceglie per svilupparle.
Ne "Le Affinità Elettive" c'era troppo poco. Qui c'è troppo (ed anche il superfluo).
E' piacevole da leggere e la sua grandezza si nota, per cui lo dico con molto rispetto... ma, parlando di monumenti nazionali, tra Dante, Shakespear e Goethe (Italia, UK, Germania)... preferisco i primi 2... per quanto riguarda i miei gusti e il mio sentire, c'è l'abisso.
(Nel frattempo, non mi rimane che sperare nel Werther...)
4/5
lunedì 3 marzo 2014
due esami
Dico solo che ora mi mancano 2 esami.
Superato Diritto Internazionale. Sembrava non dovesse arrivare mai questo giorno. Quasi un anno e mezzo di blocco mentale...
Si supera tutto, prima o poi. In un modo o nell'altro.
Ora la via almeno in questo è in discesa... La salita l'ho fatta tutta...
E sono fiero di me. Le gambe non mi hanno tradito. Tiriamo un sospiro di sollievo... e lanciamoci correndo in questa discesa. Laurea, finalmente ti vedo!
Superato Diritto Internazionale. Sembrava non dovesse arrivare mai questo giorno. Quasi un anno e mezzo di blocco mentale...
Si supera tutto, prima o poi. In un modo o nell'altro.
Ora la via almeno in questo è in discesa... La salita l'ho fatta tutta...
E sono fiero di me. Le gambe non mi hanno tradito. Tiriamo un sospiro di sollievo... e lanciamoci correndo in questa discesa. Laurea, finalmente ti vedo!
Fur Alina - Arvo Part
Für Alina - Arvo Pärt
compositore estone, esponente del minimalismo
(il suo è detto addirittura minimalismo sacro)
domenica 2 marzo 2014
Morbo Autoimmune
La carne si trascina sulla carne e si
crede più viva che morta.
Al tatto inappagata e satura - altalena
di bisogni - cerca l'attrito,
ché non le importa
il suono delle menti, o dei sospiri,
o le parole coerenti dei probi viri.
Esplodere nell'oscurità
le sembra l'acme della verità.
La meccanica biologica spiega se stessa
e in grumi d'angoscia appaga indefessa
la sensualità moritura.
Colpirà, poi, la natura!
Quando un domani rimarrà, più del
corpo, la mente:
il significato cesserà d'esser latente.
Quale grandezza, resisterà al crollo
della pelle del tuo bellissimo collo?
Una ne conosco agognata e forte,
una sola combatte la morte.
Quella parola che eviterai di
pronunciare per ore e ore...
arriverà col nome d'Amore?
E' un morbo autoimmune -
diffusione comune.
Giuseppe Circiello
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