venerdì 7 marzo 2014

Faust - J.W. Goethe

Den lieb ich, der Unmögliches begehrt!
Chiunque desidera l'impossibile, io l'amo!



Faust, lo scienziato che vende l'anima al diavolo per saziare la propria sete di conoscenza e potere, è il noto protagonista di un racconto popolare tedesco. Molti autori del passato hanno attinto a questo mito, scrivendo svariate opere. Le più importanti sono sicuramente quella di Marlowe e quella di Goethe.
Quest'ultimo ha dedicato tutta la sua vita alla composizione di quest'opera poetica e teatrale.
E' di sicuro un testo notevole, che mostra la perizia scrittoria e la vasta conoscenza dell'autore, relativamente a temi filosofici ed epici classici e anglosassoni. Le chiavi di lettura di un'opera come questa sono molteplici e giustamente ci si sente anche un po' piccoli di fronte a cotanta mole di riferimenti.
Questo mi porta a chiedermi opere simili per chi siano scritte. Per il lettore? Non credo. Forse nessuna opera è scritta per i lettori. L'autore scrive sempre per se stesso... e poi dopo spera d'esser letto. Opere come questa lo rendono assolutamente palese.
Faust è difficile se lo si vuole apprezzare in toto.
Piacevole se ci si accontenta di rimanere a livelli di lettura più superficiali. Come diceva una mia insegnante... la differenza tra le opere di un tempo e quelle di oggi era appunto una differenza di "tempo"... Due secoli fa sia il lettore che lo scrittore potevano dedicarsi ai piaceri della letteratura, approfondendo ogni cosa, poiché avevano sicuramente più tempo per il "leisure". Oggi è difficile rendere giustizia al Faust di Goethe.
L'imponenza dell'opera rimane comunque evidente... meno di quattro stelle non potrei mai metterne... anche perché letta in tedesco guadagnerebbe ancor più (almeno stando a quel po' che ho letto, occasionalmente, di testo a fronte).
Ma detto questo... io devo ammettere che con Goethe ho un problema. E' il suo secondo libro che leggo (il primo fu "Le Affinità Elettive")... ebbene, trovo che abbia idee grandiose, ma non apprezzo mai i modi che sceglie per svilupparle.
Ne "Le Affinità Elettive" c'era troppo poco. Qui c'è troppo (ed anche il superfluo).
E' piacevole da leggere e la sua grandezza si nota, per cui lo dico con molto rispetto... ma, parlando di monumenti nazionali, tra Dante, Shakespear e Goethe (Italia, UK, Germania)... preferisco i primi 2... per quanto riguarda i miei gusti e il mio sentire, c'è l'abisso.
(Nel frattempo, non mi rimane che sperare nel Werther...)

4/5

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